di Luigi Celebre
L’approvazione in quarta lettura della riforma della Costituzione relativa al numero dei parlamentari non mi pare abbia ottenuto il grande eco favorevole che i proponenti si prefiguravano.
Poiché l’argomento era il cavallo di battaglia del movimento cinque stelle all’uscita dall’aula,come riportato dalla stampa,coerentemente hanno festeggiato la definitiva approvazione della modifica costituzionale, anche se i sondaggi sulle intenzioni futuro di voto non sono a loro favorevoli.
La votazione ha registrato un cambio repentino del Partito Democratico. Aveva votato nelle precedenti tre votazioni sempre contro la riforma ed alla quarta ha cambiato votando a favore.
E’ stato un cambio che ha stupito e deluso i vecchi elettori di sinistra abituati alle grandi battaglie ideali.
La riforma sarebbe passata anche col voto contrario del PD.
Quasi certamente un voto coerente coi voti del passato sarebbe stato visto con simpatia da buona parte degli ex simpatizzanti che si sono allontanati per ingrossare le file degli astensionisti.
A margine di queste brevi considerazioni ed in relazione alle annunciate nuove proposte di modifiche che si vogliono apportare alla Costituzione ritengo che le forze autenticamente di sinistra non possono prestarsi allo smantellamento, un po’ alla volta, della Carta Costituzionale.